cazzo che serata. battesimo del fuoco nuova formazione. risultato: sulfureo.
energia ai massimi storici, feeling totale. anche se una cassa ha iniziato a fumare e l'altra ha deciso di smettere di funzionare a meta' concerto. fortuna che avevamo una cassa di riserva. per la prima volta sul palco si e' creata quell'atmosfera intrisa di complicita', adrenalina e compattezza sonora che cercavo da tempo. alla fine di parecchie serate, fino a ieri sera, dentro di me sentivo un qualcosa che non mi permetteva di giudicare pienamente soddisfacente una serata. non erano le cappelle, il suono o altro. era la mancanza di quella coesione, di quell'energia che ieri si e' creata in maniera così completa e che ci ha permesso nonostante le sfighe di divertirci e di far divertire.
per la prima volta siamo stati un gruppo fino in fondo, sul palco e anche dopo, davanti a un panino e a una birra.

il sabba e' riuscito.

ho capito l'importanza del condividere le cose con qualcuno.
ho capito l'importanza di vivere le cose da soli.

che scoperta, complimenti, hai vinto un mappamondo.

ma l'ho capito fino in fondo solo ieri sera, sotto la pioggia.

per una serie di circostanze, sono uscito da solo. ma sapevo dove andare. consapevole che la serata si sarebbe evoluta.

prima, un duo in acustico, due voci che si intrecciano diverse, genuine. chitarre scordate in tonalita' sperimentali, una ragazza dalla voce armoniosa. non capivo quello che diceva, anche se cantava in italiano, ma non mi importava in fondo, tanto bella era la sua presenza e la sua voce. e poi de andre' rivisitato da un sosia di page.

in mezzo a sconosciuti ho provato calore. ho parlato con chi credevo fosse una presenza remota, una comparsa, per trovarci un'amica porzione singola, con cui condividere birra e parti di cuore.

sguardi intensi e fugaci con chi non era sola.

dopo, una passeggiata. da solo, come quelle che tempo fa facevo davvero spesso, per confondermi o schiarirmi le idee.

ho alzato gli occhi al cielo, nero e gravido d'acqua, e ho sorriso. la pioggia non e' riuscita a spegnere il tepore che avevo ancora addosso.

calore. sono peggio di un rettile. ne ho bisogno piu' dei carboidrati. sono un maledetto animale a sangue freddo che ha bisogno di vegetare sotto il calore cocente del sole di turno per poter sopravvivere.

non genero calore, ne spreco e basta.

il mio organismo sembra aver dimenticato la possibilita' della termoregolazione. il freddo la fa da padrona. il freddo attutisce, smorza.
sembra di sentire tutto a un volume piu' basso, sembra piu' insipido quello che mangio.

poco appetito. come un serpente vorrei ingoiare del cibo e non pensarci piu' per un po'.
come un serpente sarebbe bello cambiare pelle. per poter crescere. e lasciarsi dietro i resti di una muta necessaria.

un boa con dentro un elefante, che sembra un cappello. invece e' proprio un boa.
un essere umano che sembra un serpente, invece e' proprio un essere umano.

i minuti all'inizio sembrano ore. steso, guardo il soffitto. sembra un codice a barre distorto, segnato dalla luce che entra tagliata dalle persiane. gli oggetti intorno a me sono sagome, perdono il loro significato con questo buio. i rumori si infilano ovunque, acquistando importanza. il pensiero inizia a vagare, un ramingo che non conosce ne desidera una meta. da qui in poi le ore saranno minuti. da qui in poi mi confronto con la mia realta', con i miei mostri, perche' il buio annulla tutto il resto.

..hai dato importanza a cio' che andava bene per non guardare cio' che andava male..