30 settembre 2006,2:32 AM

voglio partorire un' idea che diventi qualcosa di veramente concreto. inizialmente sara' sporca, piangera', avra' bisogno di cure costanti. ma poi comincera' a reggersi in piedi sulle sue gambe ancora troppo deboli per portarla lontano, ma abbastanza robuste per sostenerla.
poi iniziera' ad interagire' col mondo, a relazionarsi. diventera' adulta e in questo stato dovra' essere per sempre.

la creativita' e' un processo che puo' riguardare tutti, non serve essere artisti o segaioli, basta assaggiare un po' di mondo, masticarlo lentamente, digerirlo, ed espellere cio' che non ti serve.

se non crei subisci.
le idee servono a me stesso, gli altri ne possono fare tranquillamente a meno, troppo spesso lo dimentico.

ieri al supermercato ho visto un mio coetaneo con la sua ragazza, piu' piccola, incinta, con un'altro bambino nel passeggino di qualche anno. avevano l'aria di persone fatte e finite. chi ve lo fa fare di ricalcare un modello di vita così arretrato, vecchi prematuri. la sopravvivenza del genere umano non e' garantita dal fare bambini, sapete? semmai tutto il contrario. ci vuole un ridimensionamento. siamo in troppi, lo dico spesso. troppe persone, su questo pianeta, e poche idee in rapporto. la gravidanza e' il male.
 
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28 settembre 2006,3:13 AM


moralita'. buonismo. etica presa in ostaggio da bigotti ritardati. usata come spada per offendere il buon senso e come scudo per difendere una loro idea distorta dello stesso. impedire ad una persona di scegliere quando morire, scrollarsi di dosso una vita che non e' piu' vita, e' arroganza + presunzione.

bipensiero. bianco e nero che convivono. non c'e' rispetto nella persona, se gli si nega il diritto di scegliere. il rispetto per la vita e' il rispetto delle scelte del singolo.

e' la personificazione del destino, un panzer che si alimenta di acqua santa e dogmi morti come le cellule cerebrali di chi li propugna.

voglio imparare la bibbia a memoria, per citare qualche passo significativo, prima di infilzare con un proiettile maledetto un bigotto mentre si fa il segno della croce.

" ... e la mia giustizia calera' su di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno, su coloro che proveranno ad ammorbare ed infine distruggere i miei fratelli. e tu saprai che il mio nome e' quello del signore quando faro ' calare la mia vendetta sopra di te."

ezechiele, 25:17


 
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26 settembre 2006,1:55 AM

se avessi un figlio

gli direi che dio e' femmina, che fuma sigarette senza filtro e ogni tanto si mette i tacchi a spillo. gli direi che il calcio e' satana. gli direi: "prendi le parti del carattere delle persone che ti piacciono di piu' e falle tue, così sarai piu' figo. gli direi che non sono adatto a fare il padre, perche' non so prendermi cura di me stesso, figuriamoci di qualcun altro. gli direi di non lasciarsi influenzare da chi critica. gli direi di essere attivo, di oziare, di rispettare le idee diverse dalle sue, perche' ascoltandole le potra' criticare. gli direi: "se vuoi capire come vanno le cose qui da noi, leggi i giornali esteri." gli direi:" non fare il chierichetto, perche' i preti, che non possono scopare, te lo mettono nel culo perche' sono frustrati."

gli direi di spegnere la tele, e di accendere il forno.
 
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14 settembre 2006,8:49 AM

mi guardo e dico: ti sopravvaluti. mi guardano e mi dicono: ti sottovaluti. da questo posso pensare che ho io ho poca stima di me stesso, o che gli altri ne hanno troppa di me.

quello che penso io riguardo la cosa dipende da come mi sveglio la mattina. o, piu' spesso, da quanto ho dormito.

quello che piu' mi manca adesso e' riuscire a dare il meglio. potermi esprimere come vorrei. sono circondato dai cambiamenti, e spesso rimango indietro, recuperando terreno con un po' di affanno.
mi piace me stesso, ma a volte vorrei piacermi un po' di piu'.

voglio spegnere la televisione per sempre e avere il coraggio di andare a vivere in mezzo al nulla, con tanti libri, un lettore dvd, una chitarra, un album da disegno, la mia ragazza e i mei amici piu' cari. e godermi una sbornia babilonese qualche volta. parlare con estranei, condividere con loro una birra, un panino, una risata.

vorrei vivere di questo.
 
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