26 ottobre 2007,3:39 PM
sotto una pioggia fine fine
in mezzo a mille persone
parli con dieci di queste
e non ne conosci nessuna.

con un bicchiere di vino in mano
con una canzone che ti ricorda una città
ascolti le sirene in lontananza
e cerchi gli occhi di chi ti vuole vicino.

sotto il peso di note sulfuree
sorridi pensando al gioco del caso
che ti toglie qualcosa
ma che ti regala dell'altro

è dolce al tatto ciò che tocco
è dolce l'odore che mi arriva in faccia
colori si mischiano a suoni e sapori
divertono e umiliano.
 
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25 ottobre 2007,1:45 PM
nel mio inferno personale
non cè niente di amorale
non cè niente di anormale

nel mio limbo personale
non esistono peccati
non esistono segreti

paradiso personale:
non ci sono chiarimenti
non ci sono pentimenti
 
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13 ottobre 2007,2:27 AM




Posti vicini che ti portano lontano.
 
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05 ottobre 2007,2:06 PM
Cambiano i colori, dentro e fuori me. Nuove sfumature. Il contrasto diminuisce.
E' evidente che il blog si adegua. Mi adeguo anch'io. Coraggio, fatemi un applauso. Cerchiamo tutti il consenso di qualcuno. Anche quando siamo soli, facciamo cose come se avessimo degli occhi puntati su di noi. Immaginando una platea a sgranocchiare noccioline, che ci guarda. Cazzo, hanno pagato un biglietto, non possiamo deluderli. Un costante big brother virtuale, la vera libertà la conquisteremo solo evitando di pensare a chi ci può pensare. I vostri idoli sono solo gente che ha letto qualche libro e ha visto qualche film in più di voi. Voi non siete da meno. Ah, neanch'io, intendiamoci. Quindi, sulle note di una one of these days, con questo basso che mi fa sborrare ogni volta che lo sento, con quel finale assurdo dove dal vivo poi saltano fuori i maiali ai lati del palco, lascio scorrere le dita..

Una strada si allunga nella nebbia. Crepe, da dove spuntano ciuffi di erba grigia, morta. Un silenzio privo di senso ti invade e te ne stai lì che cerchi di capire dove cazzo ti trovi. Ti guardi attorno, ma ogni punto di riferimento a te familiare si è perso dietro questo confine irreale. Ora capisci come si può sentire un tizio infilato in uno yogurt. E non è piacevole, cristodiundio. Pezzettini di realtà (di frutta) ti passano accanto. Stai a guardare o ti muovi? Ti muovi, dentro questa nebbia e vai avanti, sbattendo e inciampando magari. Ma seguendo quella linea che c'è per terra, che scompare a un metro dai tuoi piedi, forse puoi uscire fuori da questo limbo senza suoni ne colori, per tornare alle sfumature di una coscienza mai usata veramente, che si sveglia pigra e sonnolenta fuori da questo confine immaginario.
 
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